Da mesi il PD è impegnato nel porre la questione sanità al centro del dibattito politico in considerazione della sua rilevanza per la vita delle persone e anche a fronte di una palese criticità gestionale e di programmazione da parte dalla Regione Veneto.
Oggi ho depositato in Senato un’interrogazione al ministro della salute per sapere quali iniziative intenda assumere al fine di verificare gli elementi di criticità e assicurare il pieno rispetto dei livelli essenziali di assistenza e l’accesso per i cittadini delle prestazioni per gli esami ematologici nelle strutture pubbliche e accreditate di Padova e in quelle del più ampio territorio veneto.
La situazione riscontrata nel Padovano appare paradigmatica di una tendenza diffusa sull'intero territorio regionale del Veneto. Come segnalato a più riprese dagli organi di informazione, ci sono una serie di criticità per chi deve fare gli esami del sangue: i tempi si sono notevolmente allungati fino a tre o quattro settimane per esami di routine, tanto che migliaia di pazienti sono costretti a rivolgersi a strutture private a pagamento.
C’è poi la questione dei costi, strettamente collegata ai tempi della prestazione. È abbastanza sconcertante che nell’ambito dello stesso laboratorio di analisi se si chiede la prestazione a carico del Servizio Sanitario Nazionali i tempi risultano di un mese, mentre se si paga di tasca propria sarebbe possibile effettuarli tutti i giorni.
Se la situazione fosse confermata, è evidente il pregiudizio nell’accesso al servizio sanitario pubblico per una prestazione base, in cui vengono privilegiati pazienti in grado di pagare in proprio gli esami del sangue, mentre restano pesantemente discriminate le fasce più deboli e a basso reddito.
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