Ci siamo. Domenica e lunedì, si terrà un’importante tornata amministrativa, che nella nostra Regione interesserà ben quarantanove Comuni, tra i quali due capoluoghi di provincia come Vicenza e Treviso.
Il primo pensiero va a tutte le nostre candidate e a tutti i nostri candidati a Sindaco e nei Consigli comunali. Un pensiero che è di incoraggiamento e insieme conferma di un impegno, anche e soprattutto in questi pochi giorni che ci separano dallo svolgimento del primo turno.
A ciascun militante o iscritto in Veneto, ad ogni nostro simpatizzante ed elettore, chiedo di contattare quante più persone possibile nei Comuni dove si vota. Per parlare, per convincere, per spiegare che la scelta che faranno ha quanto meno un duplice valore: assicurare una buona amministrazione alle proprie comunità e dimostrare che un modello alternativo al governo delle destre può iniziare a costruirsi e ad affermarsi proprio partendo dalla prossimità, dai territori.
Lì dove i problemi, le domande e le esigenze che nascono nelle pieghe della nostra società in questo tempo così complesso, possono trovare ascolto e risposta. Lì dove il mondo del lavoro e il sistema produttivo, che sono i pilastri su cui poggia lo sviluppo della nostra Regione e di tutto il Paese, escono dalla dimensione di categorie astratte e si manifestano nella loro effettiva realtà: persone, famiglie, imprenditori che hanno il diritto di potersi rapportare ad istituzioni capaci di far fronte ai bisogni, così come di garantire opportunità e giuste condizioni per portare avanti la propria attività.
In ogni Comune chiamato al voto, il Partito Democratico e tutte le migliori energie che attorno ad esso hanno scelto di impegnarsi, dispongono dei valori e delle competenze in grado di portare avanti un’azione che tenga insieme proprio questo: sviluppo e diritti.
Non c’è sviluppo senza diritti. Lo dico soprattutto pensando ai giovani, al fatto che a questo appuntamento elettorale sono chiamati a votare per la prima volta ragazze e ragazzi che sono nati nel 2005.
Abbiamo il dovere di rivolgerci alle nuove generazioni, di coinvolgerle, di costruire un percorso che favorisca la loro partecipazione.
Per riuscire a far questo, il modo migliore è proprio quello di partire dal primo livello di esercizio di democrazia: il voto amministrativo per il proprio Comune.
Quando si parla di una sfida decisiva come il PNRR e della necessità di portare avanti efficacemente i progetti e di non disperdere le risorse che finalmente abbiamo a disposizione, si parla anche e soprattutto della capacità degli enti locali di “mettere a terra” i primi e di utilizzare nel modo migliore le seconde.
Quando si discute di salvaguardia dell’ambiente e di transizione ecologica, si discute di come fare nel concreto a migliorare l’economia circolare dei nostri territori, a preservarli dall’incuria e dal degrado, dalla siccità, dal dissesto idrogeologico.
Quando si affronta il tema dell’inquinamento, della dissipazione delle risorse naturali e dei cambiamenti climatici, bisogna avere la consapevolezza che è innanzitutto dalla dimensione municipale che parte la sfida, pensando solo ai trasporti, alla tutela del territorio, al contrasto al consumo di suolo.
Se poi aggiungiamo le sfide cruciali riguardanti il welfare, i servizi sociali, la sanità, la conclusione non cambia: le nostre candidate, i nostri candidati, hanno tutte le carte in regola per guadagnare la fiducia dei cittadini veneti.
Per questo, nei giorni che ci separano dal voto, è davvero a testa alta che possiamo provare a conquistare chi è indeciso o chi magari si è ritratto perché vinto da un sentimento di sfiducia.
Facciamolo. Proviamo, ciascuno per quel che può, fino all’ultimo voto, a fare la differenza, ad imprimere una spinta che alla fine potrà anche segnare, per il Veneto, l’inizio di un nuovo cammino di cambiamento.
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